Benvenuti a una nuova puntata del podcast “Storie di Spettri e Presenze Inquietanti sul Ponte di Rialto“! In questa emozionante puntata, ci immergeremo nella storia ricca di misteri e leggende che circonda uno dei luoghi più iconici della romantica città di Venezia: il Ponte di Rialto.

Nel cuore della suggestiva laguna veneta, il Ponte di Rialto è da secoli un punto di riferimento fondamentale per i veneziani e un’attrazione imperdibile per i visitatori provenienti da tutto il mondo.

Ma dietro la sua maestosità architettonica si nascondono storie di fantasmi e antichi miti che hanno affascinato generazioni di abitanti e viaggiatori.

Esploreremo le leggende che circondano il Ponte di Rialto, che ha una storia che risale al XII secolo. Da avvistamenti di apparizioni spettrali a racconti di voci misteriose che echeggiano tra gli archi, scopriremo le testimonianze di coloro che sostengono di aver avuto incontri paranormali sul ponte. 

Inoltre, ci addentreremo nella storia affascinante di come il Ponte di Rialto è diventato un simbolo di Venezia e uno dei ponti più famosi al mondo. Esploreremo le sfide architettoniche affrontate dai maestri che hanno contribuito alla sua costruzione e l’impatto che ha avuto sulla vita quotidiana dei veneziani nel corso dei secoli.

Sia che siate appassionati di storia, di leggende o di architettura, questa puntata vi condurrà in un viaggio emozionante attraverso il tempo e lo spazio. Preparatevi ad immergervi nell’atmosfera incantata di Venezia e a esplorare il lato misterioso del magnifico Ponte di Rialto.

Quindi, preparatevi ad ascoltare la storia del Fantasma e del Ponte di Rialto a Venezia, una puntata che vi lascerà con la pelle d’oca e una nuova comprensione di questo affascinante luogo che incanta i visitatori da secoli. 

Buon ascolto!

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Ciao, sono Daniele, sono un architetto e questo è il podcast.

Storie e curiosità notturne sull’architettura prima di iniziare a raccontarvi la storia di questa puntata.

Ti voglio ringraziare perché tu, assieme ad altri 999 persone, avete scaricato e ascoltato le puntate di queste storie, di questi racconti, di queste curiosità notturne sull’architettura sul design, su ciò che vediamo attorno, su ciò che usiamo ogni giorno.

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Quindi grazie ancora a te che mi ascolti a tutti gli altri.

Oggi parliamo della storia del Ponte di Rialto a Venezia, tutti noi conosciamo Venezia, perlomeno l’abbiamo sentita nominare.

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Venezia è la città più famosa al mondo, qualsiasi straniero a cui chiedete qual è la città più famosa ne indicherà al massimo tre.

Se è ben informato, Milano, Roma e Venezia Venezia in questo elenco.

Sempre costantemente presente e di Venezia ciò che si conosce è ovviamente il ponte dei Sospiri, il Ponte di Rialto e, probabilmente la Basilica o il Palazzo Ducale.

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Ogni pietra Venezia ha una storia, ogni sasso, ogni tegola, ogni mattone ha una storia particolare che meriterebbe di essere raccontata.

Non basterebbe una vita intera raccontare tutte le storie che si nascondono e si celano dentro Venezia.

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Ed è quindi che voglio raccontarti.

La storia che si nasconde dietro al ponte di Rialto.

Innanzitutto partiamo dal fatto che a Venezia non ci sono mai stati così tanti ponti, come quando li vediamo oggi e andiamo a visitarla, quella miriade di ponti furono costruiti moltissimi di quelli furono costruiti in epoca astron.

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America, quando gli austriaci erano presenti nel Nord Italia e quindi stiamo parlando del 1800 rampante dei ponti presenti, sono stati costruiti da loro perché non avevano quella cultura tipica veneziana di usare le barche, le gondole, per spostarsi all’interno della città, quindi prima degli austriaci, i ponti a Venezia non erano così tanti ed era molto difficile muoversi a piedi senza utilizzare un’imbarcazione.

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Possiamo dire anche adesso ed è visibile questa cosa che sul Canal Grande di Venezia.

Sono presenti quattro ponti e basta, non di più, c’è il ponte degli scalzi, quello che troviamo appena usciamo dalla stazione dei treni c’è ovviamente il ponte di Rialto, c’è il nuovissimo ponte di Calatrava che unisce la stazione dei treni con il parcheggio delle macchine e l’ultimo il ponte dell’Accademia che è fatto in legno con una struttura portante ovviamente in metallo, sul Canal Grande.

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Il ponte che merita più considerazione, che ha più storia è sicuramente quello di Rialto.

Infatti, una prima citazione di un sistema per attraversare il Canal Grande in quel punto, più o meno dove adesso sorge il ponte di Rialto, avviene nel 1172.

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Un certo Lorenzetti ha scritto una primissima guida di Venezia ed è anche interessante capire come già nel 1172 ci fossero i turisti e avessero bisogno di una guida veneziana per muoversi all’interno della città e in questa sua guida.

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Racconta che in quel punto si fosse pensato all’opportunità di unire le due rive del Canal Grande con un ponte di barche.

E infatti circa 10 anni dopo, un certo Nicolò barattieri ne avesse realizzato uno di ponti di barche che veniva chiamato quartirolo, che sembrerebbe essere, diciamo, la moneta che dovevi pagare per attraversare questo ponte di barche.

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Questo è il primo attraversamento in quella zona del Canal Grande.

E perché viene realizzato un ponte di barche e non un ponte in legno?

Innanzitutto il legno era molto prezioso, Venezia è costruita su pali di legno immersi all’interno del terreno molto fangoso sabbioso.

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Essendo una laguna, bisogna compattare quel terreno per far sì che possa sostenere gli edifici pesanti che stanno in superficie, quindi il legno veniva usato per.

Creare le fondamenta dei palazzi delle case, riuscire a costruire un ponte significava non solo avere la tecnologia, la capacità, i soldi per poterlo fare, ma significava anche utilizzare molto legno a discapito delle costruzioni.

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Ed è solo nel tredicesimo secolo che finalmente questo Benedetto ponte di barche venne sostituito da una più solida struttura in legno, sostenuta ovviamente da pali.

Probabilmente, ma non ne sono sicuro, al 100. 100 in quegli anni, nel tredicesimo secolo, quello era l’unico ponte che attraversava Canal Grande.

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Quindi potete capire la grande importanza.

Il grande passaggio di persone che c’era in quella zona, quella prima struttura realizzata in legno nel 1310, venne semidistrutta da dei rivoltosi che, sfuggendo alle guardie distrussero parte del ponte, in modo tale da potersi rifugiare nelle loro case.

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Ed ecco.

Come anche qui si capisce quanto pochi erano gli altri ponti alla fine questo ponte fu anche restaurato, tanta era importante, ma nel 1444 crollò sotto il peso di una folla che accorreva per vedere il corteo nuziale del Marchese di Ferrara.

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Venne sempre ricostruito, sempre in legno, molto più largo e con una porzione mobile al centro, sempre per.

Sentire il passaggio all’imbarcazione con un albero.

Ed è qui che si iniziò a inserire una struttura coperta, sempre in legno, in cui poteva ospitare dei negozi.

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Ed ecco che sopra questo ponte iniziavano a fiorire delle attività commerciali o delle botteghe che pagavano un affitto alla tesoreria di Stato e questo affitto veniva utilizzato per la manutenzione del ponte stesso.

Questa versione del ponte è quella più.

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Conosciuta perché c’è un famoso dipinto del carpaccio, verso la fine del quindicesimo secolo, che lo ritrae in maniera molto minuziosa.

Inoltre è anche presente in una mappa veneziana disegnata a volo d’uccello, sempre del 1500.

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Ma questo ponte di legno aveva delle cifre enormi per la sua manutenzione ed ecco che nel 1554 venne indetto un bando pubblico.

Per la sostituzione di questo ponte di legno con uno di pietra ed ecco che sta per nascere il nostro ponte di Rialto.

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A questa gara che era molto prestigiosa, parteciparono gli architetti più famosi di quel tempo, delle vere archistar immortali.

Partecipò, Michelangelo, il Palladio, sansovino, ci furono i più grandi a disegnare un meraviglioso ponte per dare lustro e bellezza a una città che stava.

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Splendendo per ricchezza e bellezza ma la cosa divertente è che tutti questi grandi architetti del passato non vinsero il concorso.

Il concorso venne vinto da Antonio Da Ponte Eh, ma il nome fu più azzeccato per realizzare un ponte, il suo ponte era un’opera ingegneristica veramente complessa, era un’unica campata che già sembrava molto difficile da realizzare in quegli in quegli anni.

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Infatti, quando Antonio Da Ponte iniziò la costruzione, noto subito una particolarità che ci furono sempre costantemente, nei giorni, nelle settimane dei piccoli crolli che impedivano di svolgere regolarmente i lavori.

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Poi a questi piccoli crolli, ovviamente, si aggiungevano le difficoltà legate a trovare i fondi, i soldi per poter pagare tutte le manovalanze e ovviamente nella più italica tradizione.

I costi per la realizzazione di questo a di questa opera ingegneristica cominciavano a lievitare sempre sempre di più e questa è una cosa che non capirò mai.

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Non si riesce mai a prevedere correttamente il costo di un’opera pubblica, perché man mano che si va a costruirla questi costi aumentano, gli evitano neanche stessimo facendo del pane, ma Antonio da ponte era veramente seccato da questi crolli che capitavano sempre di notte e non si capiva come mai.

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Quindi alla fine Antonio decise di nascondersi vicino al cantiere per scoprire appunto la causa, in quanto lui pensava e vi ricordo che siamo intorno al 1500 che ci fosse una maledizione sulla zona di costruzione, di notte nascosto al buio, a guardare la sua opera in costruzione, senti un frastuono ed era un crollo di una parte del ponte e subito dopo sentii una risata agghiacciante.

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Venire alle sue spalle, Antonio si girò subito e vide un uomo alto e coperto da un lungo mantello nero che disse che nessun essere umano sarebbe stato in grado di costruire un ponte sul Canal Grande, ameno che non fosse disposto a pagarne un prezzo molto alto.

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Antonio era molto desideroso di concludere il lavoro e rispose che avrebbe dato la sua anima pur di portarlo a compimento, ma questo misterioso uomo disse che avrebbe voluto.

Avere l’anima della prima persona che sarebbe passata sul ponte una volta terminato.

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Ed ecco che Antonio Da Ponte, un architetto, un ingegnere, un uomo intelligente, accetto questo patto con questo uomo strano, alto e scuro.

E buio perché lui voleva concludere il lavoro commissionato dalla Serenissima da Venezia per poter mantenere sua moglie e il suo primogenito che stava per nascere.

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Stava per diventare papà.

Sentiva questo peso e come concordato.

Il ponte dopo questo patto non crollò più e Antonio, non dimenticando la promessa fatta, fece portare dai suoi operai un Gallo con l’intento di liberarlo sul ponte per permettergli di attraversarlo per primo, come chiesto dalla persona che aveva incontrato di notte.

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Questa persona era ovviamente il diavolo e non era scemo, non aveva alcuna intenzione di essere imbrogliato da un essere umano, quindi si trasformò in un manovale.

Forse a casa di Antonio, con l’intento di avvisare la moglie di un incidente accaduto al marito sul ponte.

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Ed ecco così che questa donna corse sul luogo e dopo averlo attraversato si accasciò al suolo perdendo la vita.

Quindi il diavolo si vendicò prendendo non solo l’anima della prima persona che passò sul ponte, ma lo punì Antonio prendendo anche quella di suo figlio nel grembo e da quel giorno si è sempre visto l’anima di un bambino non battezzato.

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Vagava sul ponte e chi passava sopra o sotto con una gondola lo sentiva piangere e starnutire.

Tutti avevano timore, conoscendo la storia e si affrettavano a terminare il tragitto fino a quando un gondoliere rispose salute allo starnuto del neonato che, dopo aver ringraziato, poté finalmente abbandonare quel luogo come se avessi bisogno di un gesto di attenzione e di compassione che non aveva mai ricevuto, non essendo mai nato ancora oggi.

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Della leggenda che gira a Venezia, che queste due anime della giovane donna e di suo figlio ancora vaghino sul ponte nelle notte freddi d’inverno.

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