Dalle piume degli scribi egizi alle sofisticate stilografiche, dalle penne dell’Impero Romano ai lussuosi strumenti del 1700, vi porteremo dietro le quinte dietro ogni penna che ha lasciato un segno nella storia. Riveleremo anche la storia di Laszlo Biro, l’inventore dell’innovativa penna a sfera, che ha scatenato una vera e propria rivoluzione nella scrittura.

Ma non fermiamoci solo alla storia!

Esploreremo anche curiosità stravaganti, aneddoti divertenti e riveleremo i trucchi e i segreti degli artisti e dei designer che hanno reso il design delle penne così affascinante.

Preparatevi a essere intrattenuti, ispirati e sorpresi. Non importa se siete appassionati di design, artisti in erba o semplicemente curiosi, questo podcast è fatto apposta per voi.

Allacciatevi le cinture, perché il mondo del design delle penne sta per rivelare tutti i suoi segreti!

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Vendimi questa penna.

È è una, è una penna speciale.

Per professionisti per.

È una bella penna, si può, si può usare questa penna per scrivere i propri pensieri, i propri ricordi.

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Vendimi.

Questa penna.

Ecco, questa penna funziona e personalmente la amo moltissimo.

Beh, oggi ci immergiamo nel meraviglioso mondo delle penne e delle loro storie incredibili.

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Io sono Daniele, sono un architetto e questo è il podcast.

Storie e curiosità notturne sull’architettura, preparati a scoprire gli aspetti più curiosi.

Affascinanti di questi strumenti di scrittura che ci accompagnano nella vita di tutti i giorni, dall’infanzia fino ai giorni nostri.

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Nonostante i tablet, nonostante i computer, nonostante l’atv, nonostante gli smartphone mettiti comodo e goditi questo viaggio, iniziamo con gli antichi egizi dei veri pionieri delle penne, gli egizi utilizzavano delle canne di papiro intagliate con cura per creare una punta perfetta, ma sono stati anche i primi.

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Introdurre i colori nella scrittura, infatti, utilizzavano inchiostri a base minerali per scrivere, decorare i loro preziosi papiri.

Quindi possiamo dire che erano dei veri artisti della penna e anche li ringraziamo per i primi pennarelli colorati, facciamo una piccola digressione sul papiro e sulla tecnica che gli antichi egizi avevano per trasformare questi steli di papiro.

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In fogli è una tecnica che risale al 3000, a.C.

Quindi a quasi 5000 anni prendevano questi steli, li tagliavano a striscioline e li battevano su una superficie piana fino ad ottenere un foglio.

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Successivamente questi fogli venivano incollati uno dopo l’altro ottenendo dei rotoli lunghi.

Anche 20 M, infatti, come li chiamavano questi rotoli, gli antichi romani volumen e non a caso la parola volume.

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Indica e sostituisce anche la parola libro.

Ora facciamo un salto nell’antico Impero romano, dove la penna era sinonimo di stile e prestigio sociale.

I romani utilizzavano un tablet ma molto più difficile da usare, le tabulae erano tavolette di legno ricoperte in cera, quindi per scrivere si incideva sulla superficie della cera con un bastoncino di legno appuntito chiamato Stylus.

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Non a caso avremo poi la parola stilo stilografica e per cancellare, come facevano bene lo stylus aveva all’estremità una gomma, cioè una spatolina, con cui risp spalmare la cera per coprire i solchi delle parole scritte e quindi così facendo se ne potevano incidere di nuove.

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Quando invece la cera era troppo rovinata, molto semplicemente si stendeva sopra un nuovo strato di cera e da qui deriva la nostra espressione.

Fare tabula rasa, ovvero cancellare tutto.

Gli antichi romani scrivevano, oltre che sul tabulae.

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Quindi su questa tavoletta di legno, anche sulla pergamena o sul papiro e scrivevano attraverso il calamus un bastoncino ottenuto da canne cave al cui interno scorreva l’inchiostro e l’inchiostro contenuto.

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In questi calamai era un panetto solido, simile ai panetti dei nostri acquerelli.

Che doveva essere diluito con dell’acqua per poter essere utilizzato e normalmente era nero o marrone, molto scuro, ma avanziamo nel tempo e arriviamo al medioevo, un’epoca in cui la scrittura era un’arte riservata a pochi illuminati.

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Le penne erano fatte essenzialmente di piume di uccelli e affilate a mano dai monaci pazienti.

Ma una curiosità interessante che i monaci usavano anche penne, fatte di ossa di uccelli.

Sì, perché queste.

Ossa all’interno sono cave e si dice che queste penne di osso fossero davvero affilate e permettessero di creare una scrittura nitida e precisa.

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Quindi se vi capita di trovare un vecchio scheletro di un uccello, potrebbe essere il vostro nuovo strumento di scrittura.

Ma arriviamo al 1700 in questa velocissima cavalcata nei millenni, fino a quando i designer iniziarono ad esplorare nuovi orizzonti sulle penne.

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Ed ecco che iniziano a nascere delle penne con delle decorazioni.

Elaborato e fantastiche con degli intarsi in avorio e persino con delle aggiunte di mini dipinti.

Ma la vera sorpresa è che alcune di queste penne potevano nascondere delle piccole lame affilate all’interno.

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Già hai capito bene.

Nel 1700 alcuni designer, cioè costruttori artigiani, decisero di aggiungere una piccola sorpresa alle loro penne di lusso, questa lama nascosta all’interno era una sorta di.

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Pinna spada si potrebbe dire che questi artigiani avevano una mentalità un po pungente quando si trattava di realizzare le loro penne e provate a immaginare la sorpresa di qualcuno che cerca di scrivere con una penna e si ritrova una lama tra le dita.

Ma la vera rivoluzione avviene con l’invenzione della penna stilografica.

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Avete presente come è fatta una penna stilografica?

Sembra semplice, ma non lo è, è un vero capolavoro di design e di ingegneria dell’ingegno umano, qualcosa che.

Fino al 1800 era in assoluto inimmaginabile queste penne, anticamente e comunque erano difettose, creavano delle macchie di inchiostro, sporcavano le mani e quindi i fogli, la Carta, la pergamena, insomma, erano difficilissimi da gestire e difficilissime da portare in giro.

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Non a caso venivano inserite in alcune scatoline perché macchiavano a destra, a manca vestiti e fogli, ma con l’invenzione della penna stilografica finalmente.

Abbiamo la soluzione che ha fatto disperare scrittori per secoli e secoli.

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E così nel 1827, 200 anni fa circa, è nata la prima penna stilografica che viene creata da Sir John Jacob Parker.

Vi dice nulla questo nome?

Ancora oggi esistono le penne Parker.

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Personalmente mi ricordo che erano le più amate quando ero giovane, ma anche queste penne stilografiche.

Avevano qualche difetto, perdevano, sebben in minima parte rispetto alle loro antenate, anche se l’inchiostro e infatti dobbiamo aspettare ben 100 anni, fino al 1930, quando un personaggio molto bizzarro è molto inventivo, che si chiama ladislas, biro o virus, che era un immigrato che dall’Europa andò in Argentina e qui invento.

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Come ben avete capito dal suo nome, la prima penna a sfera?

Ora voi direte, ma sarà mica questa grande invenzione?

In realtà si narra la leggenda che il nostro inventore brot guardando dei ragazzi giocare a palla sulla neve vide questa palla lasciare delle tracce mentre veniva lanciata roteando sulla neve.

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Da qui risorse l’idea di poter utilizzare.

Questa tecnica anche per stendere l’inchiostro su fogli di carta in maniera uniforme, impedendo ogni perdita indesiderata.

Ed ecco che nasce l’incredibile invenzione della penna biro.

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Più precisamente è il 1938 e questo giornalista ungherese, inventore assieme a suo fratello Georg, introduce nel mondo questa rivoluzionaria penna a sfera, la prima penna sfera di Beirut fu venduta a New York.

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Nel 1945 per 12,50 $ che è una cifra esageratamente alta per quegli anni e la sua invenzione, le vendite ebbero anche successo in Argentina, ma la vera espansione della penna a sfera si ebbe con un’altro grande protagonista.

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Infatti l’exploit commerciale in Europa arrivò quando biro cedette i diritti di questa penna che risultava essere troppo costosa e quindi pochissimi.

Compravano a Marcel, Big big scritto con BICH che era un barone francese di origine italiana.

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Bic nacque a Torino e anche oggi nella casa dove lui è nato c’è una targa che lo ricorda.

Lui ebbe la grande innovazione di perfezionare quel progetto e nel 1950, a 5 anni dalla creazione della sua azienda immise sul mercato, la prima.

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Penna BIC Crystal biro invece fece parte di quella categoria degli inventori sfortunati Mori, non dico povero, ma certo non benestante.

A Buenos Aires nel 1985.

Ora abbiamo tutti presente che la penna si chiama BIC e non BIC con la h finale, perché in inglese quella h finale avrebbe potuto indurre a una pronuncia sbagliata del nome troppo simile al termine inglese Beach.

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Significava e significa tuttora sgualdrina prostituta ed ecco perché l’azienda è il prodotto principale di Marcel Bich.

Pre perse quella h finale, ma finiamo più nel dettaglio della penna BIC che è la penna biro per antonomasia, esiste nella versione colore nero, blu, rosso, ma anche verde, viola, azzurro, laim con una punta fine larga in edizioni limitate, argento oppure oro.

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Queste penne BIC ci hanno accompagnato per gran parte del nostro percorso scolastico, nonostante l’avvento della tecnologia, rimangono ancora uno strumento utilissimo.

Ora, se avete presente come è fatta una penna BIC, noterete che sul gambo a metà altezza circa c’è un piccolo forellino.

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Questo foro è fondamentale per regolare la pressione interna.

Se non ci fosse consumandosi l’inchiostro si creerebbe una specie di vuoto all’interno della penna.

Impedirebbe l’afflusso dell’inchiostro alla sfera, perché le penne che non hanno fusti con sfiato contengono dei sistemi di inchiostro diverso e sono pressurizzate e anche il tappo della penna BIC.

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Avete notato che c’è un foro nella parte alta?

Si, ovviamente c’è il foro per infilare la penna, ma anche dall’estremità più sottile, quella alta c’è un’altro piccolo foro.

Inizialmente le prime penne non avevano questo buco sul tappo.

Ma dagli anni 80, per una questione di sicurezza, fu introdotto questo foro nel cappuccio perché è stato fatto, non ha nessuna utilità, anzi verrebbe da dire che ci entra l’aria e si secca l’inchiostro in realtà, praticando quel piccolo foro si limita di moltissimo il pericolo di soffocamento nel caso in cui il tappo venga accidentalmente ingerito.

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Se penso a quante volte ho messo quel tappo in bocca masticando leggermente la penna, ecco che ora apprezzo tantissimo.

Questa finezza di design e soprattutto perché la penna BIC scrive solo se è rivolta verso il basso.

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Beh, questa è facile, ma nasconde una storia divertente.

La penna BIC, ovviamente.

Se la utilizzate per scrivere sul soffitto dopo un po smetterà di funzionare, perché ovviamente c’è bisogno della forza di gravità per permettere all’inchiostro di raggiungere la sfera.

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E qui si pone un grande problema, negli anni 60, 70 e 80.

C’era bisogno di utilizzare delle penne pratiche ed economiche anche in assenza di gravità.

Pensiamo agli astronauti che devono appuntarsi delle cose su dei fogli di carta mentre sono in orbita.

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La penna BIC senza gravità non funziona, le penne ad inchiostro le stilografiche sono a rischio di macchie che sono molto pericolose in assenza di gravità perché tendono a vagare all’interno della navicella creando dei potenziali problemi.

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Ecco che quindi la NASA.

Aveva bisogno di trovare una soluzione a questo problema che sembra piccolo, ma invece non lo è.

Spese vagonate di soldi per riuscire a realizzare una penna che potesse scrivere anche in assenza di gravità.

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Incredibile lo sforzo ingegneristico che fu fatto per trovare questa soluzione.

Come ben ricordiamo, non c’erano solo gli americani ad avere degli astronauti che giravano intorno alla Terra, ma c’erano anche i russi.

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E anche i russi avevano lo stesso problema, solo che i russi lo hanno affrontato da una prospettiva diversa.

Invece di far utilizzare le penne per scrivere agli astronauti, gli hanno dato delle banali semplici matite che possono assolutamente scrivere anche in assenza di gravità.

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Vi siete mai chiesti poi quanti chilometri si possono scrivere con una penna BIC?

Beh, le statistiche rilasciate dalla fabbrica dicono che una penna a sfera BIC può generare tra due e 3 km.

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Di scrittura, ma soprattutto perché le penne big hanno quella forma esagonale e non un’altra, non dico quadrata, ma magari rotonda, è vero che esistono delle penne dalla forma rotonda, ma la BIC per come la conosciamo noi e per come è nata ha una forma esagonale.

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Sono molti motivi che hanno determinato questa forma.

Prima di tutto sono più semplici da produrre e quindi?

Da impilarle per immagazzinarle con la forma esagonale, occupano meno spazio e vi ricordo che la forma esagonale è la stessa utilizzata dalle api nell’alveare.

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Anche qui vi siete mai chiesti perché gli alveari hanno i loro nidi a forma esagonale, non rotonda?

Beh, perché in migliaia d’anni di evoluzioni, anche le api hanno scoperto che quella è la forma ottimale.

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Si occupa meno spazio ed ha più struttura su una superficie e quindi ha la stessa maniera anche BIC ha utilizzato questa tecnologia presente in natura da migliaia d’anni e soprattutto c’è un’altro elemento, sembrerebbe che la forma esagonale agevoli molto meglio di una cilindrica per la presa e per la scrittura e così siamo giunti alla fine di questo veloce ma entusiasmante episodio del nostro podcast dedicato al mondo del design delle penne.

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Spero ti sia piac.

Tutto che tu abbia imparato qualcosa di nuovo da queste storie, da queste curiosità sulle penne, come disse una volta Albert Einstein, la creatività è contagiosa, passala e le penne, con il loro design unico e la loro capacità di dare vita alle nostre idee, sono uno strumento che ci permette di diffondere la nostra creatività nel mondo.

16:50

Quindi la prossima volta che impugni una penna per scrivere, ricordati di lasciarti ispirare, di esplorare nuovi orizzonti.

E di condividere le tue idee con gli altri.

Il design delle penne ci ha portato lontano nel corso dei secoli, ma il vero potere risiede nelle parole che scrivi e nel modo in cui le Condividi con il mondo.

17:13

Grazie per avermi accompagnato in questo viaggio e ricordati la penna è più potente della spada.

Una citazione che ci ricorda il potere delle parole, l’importanza di utilizzare il nostro strumento di scrittura con saggezza e consapevolezza.

17:29

Ci vediamo al prossimo episodio.

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